frugare nella borsetta è violenza?

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  • #24637
    Manuela
      • fidanzata
      • anno di nascita: 1998

      Secondo voi se il fidanzato vi fruga nella borsetta commette violenza?

      #24638
      Carmen
        • sposata
        • anno di nascita: 1984

        Intanto è un brutto segno. Sia attenta! Ci sono stati altri episodi simili?

        #24640

        L’ha fatto in segreto o davanti a te? Se l’ha fatto nella tua presenza direi che è un’intimidazione. Allora è violenza.

        #24655
        Alessia
          • libera sempre
          • anno di nascita: 1997

          Cara Manuela, la tua domanda è tutt’altro che banale e la risposta è netta: sì, il fatto che il tuo fidanzato frughi nella tua borsetta è un atto grave e costituisce una forma di violenza.
          Non minimizzare questo comportamento. Non si tratta di semplice “curiosità” o di un “gesto di gelosia”. È un’intrusione inaccettabile nella tua sfera personale, una palese violazione della tua privacy e un segnale allarmante di una dinamica di controllo che non ha nulla a che fare con un rapporto sano e basato sulla fiducia.
          Perché è una forma di violenza?
          Quello che hai descritto rientra a pieno titolo nella violenza psicologica. Questo tipo di violenza è subdola, non lascia lividi visibili ma ferisce profondamente l’autostima e la libertà di una persona.

          Frugare nella tua borsa significa:
          – Mancanza di rispetto: La tua borsetta è uno spazio personale, quasi un’estensione della tua persona. Invaderlo senza il tuo consenso è una profonda mancanza di rispetto.
          – Controllo e possesso: Questo gesto comunica un messaggio chiaro: “Ho il diritto di controllarti, di sapere tutto di te, perché in un certo senso mi appartieni”. Questo non è amore, è possesso.
          – Sfiducia: Un partner che ti fruga nella borsa non si fida di te. E una relazione senza fiducia è una relazione minata nelle sue fondamenta.
          – Violazione della privacy: In Italia, la legge tutela il diritto alla riservatezza. Anche all’interno di una coppia, ogni individuo mantiene il diritto alla propria privacy. Spiare il partner, leggere i suoi messaggi o, come in questo caso, frugare nei suoi effetti personali, può avere anche delle conseguenze legali. In alcuni casi, quando il controllo diventa sistematico e opprimente, può configurarsi il reato di maltrattamenti in famiglia.

          Cosa puoi fare? Consigli pratici:
          È fondamentale che tu non ignori questo campanello d’allarme. Ecco alcuni consigli su come potresti affrontare la situazione:
          – Parlagliene chiaramente e con fermezza: Scegli un momento di calma per affrontare l’argomento. Spiegagli, senza aggressività ma con determinazione, che il suo gesto ti ha ferita, che lo consideri una violazione inaccettabile della tua privacy e che non sei disposta a tollerarlo di nuovo. Metti un confine chiaro.
          – Osserva la sua reazione: La sua risposta sarà molto indicativa. Se si scusa sinceramente, comprende il tuo punto di vista e si impegna a non farlo mai più, potrebbe esserci uno spazio per ricostruire la fiducia. Se, al contrario, minimizza (“era solo per scherzo”), ti accusa (“se non hai nulla da nascondere, qual è il problema?”) o cerca di manipolarti facendoti sentire in colpa, allora il problema è più profondo e serio.
          – Non giustificarlo: Non trovare scuse per il suo comportamento (“è solo molto geloso”, “ha avuto brutte esperienze in passato”). La gelosia non è una giustificazione per il controllo e la violenza.
          – Cerca un supporto esterno: Parlane con una persona di cui ti fidi, un’amica, un familiare. Avere un punto di vista esterno può aiutarti a vedere la situazione con più chiarezza.
          – Rivolgiti a un centro antiviolenza: Non devi essere in una situazione di violenza fisica per chiedere aiuto. I centri antiviolenza offrono supporto psicologico e legale gratuito e anonimo anche per casi di violenza psicologica. Possono aiutarti a capire meglio la situazione e a decidere come muoverti. Puoi chiamare il numero nazionale antiviolenza e stalking 1522. È gratuito, attivo 24 ore su 24 e garantisce l’anonimato. Ti metteranno in contatto con il centro più vicino a te.
          Ricorda, meriti una relazione basata sul rispetto, sulla fiducia e sulla libertà reciproca. Un gesto come quello che hai descritto non è un dettaglio trascurabile, ma un segnale importante che non va sottovalutato. Prenditi cura di te e non aver paura di chiedere aiuto.

          #24660
          Paola
            • fidanzata
            • anno di nascita: 2000

            Amica mia, assolutamente no, non ci siamo proprio! Però, prima di scatenare l’inferno legale, fossi in te, gli parlerei a quattr’occhi. Ma proprio seria e decisa, senza mezzi termini: “Guarda, queste cose con MD non le fai, punto e basta. Non mi piace, non è giusto, fine della storia.”
            Se poi, nonostante tutto, lui continua con ‘sta storia, beh… lì direi che è il momento di pensarci seriamente a chiudere. Perché come dice la Carmen, che ne sa una più del diavolo, “questo è un brutto, brutto segno”. Capito?

            #24667
            Roberta
              • in fase di separazione
              • anno di nascita: 1991

              Mi chiedo spesso come mai nel 2025 siamo ancora qui a chiederci se sia violenza o meno. E soprattutto, perché la domanda viene posta con un “secondo voi?”, come se fosse un’opinione e non un dato di fatto. La risposta è semplice e netta, e non lascia spazio a interpretazioni: sì, frugare nella borsa della propria partner è una forma di violenza. E non una violenza “minore”, una scusa per dire “ma dai, non è successo niente”. Ogni gesto, anche il più piccolo, che viola la nostra intimità, la nostra autonomia e la nostra privacy, è violenza.

              Parlo da donna, da 34enne milanese, e purtroppo da persona che sta vivendo sulla propria pelle un percorso di separazione. Ho una figlia, e per lei, per tutte le figlie, dobbiamo essere chiare: certi atteggiamenti non sono “amore” o “preoccupazione”, sono segnali d’allarme. Sono spie rosse che ci dicono che qualcosa non va. E no, non è “gelosia” se il tuo compagno sente il bisogno di controllare cosa hai in borsa o nel telefono. Quella non è gelosia, è mancanza di fiducia, possessività e volontà di controllo.

              Come co-fondatrice di un’associazione per i diritti delle donne, mi batto ogni giorno perché si comprenda che la violenza non è solo fisica. La violenza psicologica, economica, la viol violenza che si insinua nelle piccole cose del quotidiano è altrettanto distruttiva, perché erode la nostra autostima, la nostra libertà, la nostra capacità di scegliere. Inizia con un controllo, una frase denigratoria, un commento sul nostro abbigliamento, e spesso, troppo spesso, sfocia in qualcosa di molto più grave.

              Se un uomo si sente autorizzato a frugare nelle tue cose personali senza il tuo consenso, non ti sta rispettando come persona. Non sta rispettando i tuoi confini. E se non rispetta questo, cosa non rispetterà domani?

              Non normalizziamo l’abuso. Non minimizziamo i segnali. Ascoltiamoci, informiamoci e, se sentiamo anche solo un briciolo di disagio, chiediamo aiuto. Non siamo sole.

              #24703
              Emma
                • relazione aperta
                • anno di nascita: 1993

                Ciao, leggo la discussione e dico la mia. “Violenza” mi sembra una parola eccessiva, e credo sia importante non abusare di certi termini per non svuotarne il significato. La violenza è un’altra cosa, sono le botte, le umiliazioni, la coercizione psicologica.
                Detto questo, se il mio compagno fruga nella mia borsa, per me è un campanello d’allarme enorme e definitivo. Non la definirei violenza, ma la considererei una violazione intollerabile della mia privacy e del mio spazio personale.
                La mia borsa è una sorta di “zona franca”, è mia e di nessun altro. È come se qualcuno entrasse nel mio conto corrente o leggesse le mie email di lavoro. È un gesto che denota una mancanza di fiducia totale e, ancora peggio, un senso di possesso che non posso tollerare.
                Vedo il rapporto di coppia come un’unione tra due individui indipendenti e realizzati. Se viene a mancare il rispetto basilare per la sfera privata dell’altro, il rapporto per me non ha più senso di esistere. Non perderei tempo a discuterne o a cercare giustificazioni: lo considererei semplicemente il segnale che la relazione è finita.

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